mercoledì 15 luglio 2009

the THISTHLEGORM

La storia [modifica]

Durante il 1941 era di fondamentale importanza per l'esercito inglese, impegnato nella campagna del Nord Africa, mantenere le linee di rifornimento aperte; ovviamente non si poteva raggiungere il quartier generale inglese (Alessandria d'Egitto) attraverso il Mediterraneo, poiché nonostante la forte presenza inglese (Malta e la costa Mediterranea dell'Egitto stesso) le forze dell'Asse avrebbero avuto vita facile sui convogli alleati. Per questo motivo si rendeva necessaria la rotta atlantica: la circumnavigazione dell'Africa, con scalo a Città del Capo, e l'attraversamento del Mar Rosso e del canale di Suez.

Il Thistlegorm, varato il 5 aprile del 1940 era stato dapprima utilizzato sulle rotte verso l'America, compiendo diversi viaggi di rifornimento, nel quadro della legge detta "Affitti e prestiti". Nel 1941 un grande convoglio lascia l'Inghilterra verso il nord Africa; dopo il consueto scalo tecnico a Città del Capo, il convoglio si ferma presso il Reef di Sha'ab Alì, (27°48'80" N - 33°55'25" E) perché la Royal Navy deve effettuare operazioni di sminamento nel canale di Suez. La notte tra il 5 e il 6 ottobre un gruppo di bombardieri tedeschi (Heinkel He 111 - 27° Kampfgheschwader "Lowe"), decollati dall'isola di Creta attaccano il convoglio: Il Thistlegorm viene colpito da un'unica bomba sulla stiva nr.4 dove erano immagazzinati esplosivi, munizioni per obici da campo, fucili, stivali di gomma.

Si sviluppò un incendio e le munizioni presero ad esplodere, e ben presto un'esplosione spezzò la nave in due tronconi, inabissandosi rapidamente. L'equipaggio ebbe comunque il tempo di abbandonare la nave anche se si dovettero registrare 6 vittime tra l'equipaggio.

Il Thistlegorm fu l'unica nave persa dal convoglio, che fu attaccato nuovamente la sera seguente. La Luftwaffe perse un bombardiere.

L'immersione sul relitto [modifica]

L'immersione, date le particolari condizioni che spesso si verificano sul sito (forte corrente o scarsa visibilità) dovrebbe essere riservata a subacquei con esperienza, ed in possesso di un brevetto avanzato. Normalmente la visita del relitto si effettua in due immersioni.

La prima porta ed effettuare il giro dello scafo, dalla grande elica (profondità 33 metri) e la poppa armata con due pezzi antiaereo, fino alla prua, passando dalla cabina del capitano (popolare tra le guide la visita alla vasca da bagno). Sui ponti di prua sono stivati due vagoni ferroviari e due dragamine; due locomotive, trasportate dal Thistlegorm, sono state scagliate dall'esplosione a diversi metri dal relitto. Interessante il grande argano dell'ancora. L'area di poppa, devastata dall'esplosione, è un confuso ammasso di materiali... cavi, scatole di munizioni (obici da 105 mm) e due carri BREN Carrier Mark III.

La seconda immersione, dopo un opportuno ed appropriato intervallo di superficie, porta a penetrare le stive del relitto. Le stive 1 e 2 (prua) sono occupate da una quantità di automobili Morris, autocarri Bedford, motociclette Triumph, pneumatici, generatori da campo, ricambi per aerei (presumibilmente Hawker Hurricane), brande, casse di fucili Lee-Enfield MK III, stivali di gomma. Nella stiva 1, in basso, due Rolls-Royce blindate, i cui marchi sono stati asportati. La profondità massima che si raggiunge all'interno delle stive è di circa 25 metri.

Lo stato del relitto [modifica]

mercoledì 17 giugno 2009

STORIE DEL MARE " I RELITTI"


10/11/2008 - A volte sembra che il mare mi chieda di raccontare delle storie, quasi che lo desideri. Forse perché pochi le racconterebbero perché a prima vista povere di contenuti, forse anche perché queste storie – sussurra il mare - potrebbero colpire la sensibilità degli animi permeabili, nella speranza che siano sempre di più gli uomini che si aprono verso la comprensione dei suoi problemi, prendendone le difese e tornando a stupirsi di fronte alle piccole cose, senza troppe pretese.

A volte i subacquei amanti dei relitti cercano navi affondate chi sa dove, grandi di stazza, giacenti a grandi profondità; un grande relitto significa infatti una grande storia, grandi emozioni, straordinarie immersioni; ma soprattutto significa avere tanto da dire, tanto da raccontare e fotografare e, per alcuni, anche tanto da scrivere.
Condivido. Ma è anche vero che il mare è grande, immenso, anche nelle sue espressioni minori, quelle che solitamente passano inosservate.




sabato 13 giugno 2009

"GIORNATA MONDIALE DELL'AMBIENTE"


In occasione della giornata mondiale dell'ambiente siamo lieti di annunciare su YouTube la prima mondiale di "Home", un documentario sulla sopravvivenza del nostro pianeta, realizzato da Yann Arthus-Bertrand e Luc Besson.

E' la prima volta nella storia del cinema che un film di questa portata viene lanciato contemporaneamente al cinema, in tv e online. A partire da oggi, infatti, lo spettacolare documentario di Luc Besson sarà visibile per 10 giorni su YouTube, all'indirizzo: www.youtube.com/homeproject

"Home" è stato tradotto in Francese, Inglese, Spagnolo, Tedesco e Russo, nella speranza che possa offrire spunti di riflessioni a quante più persone nel mondo su ciò che oggi abbiamo di più caro: il nostro pianeta, la nostra casa.

venerdì 12 giugno 2009

"MARE NOSTRUM"

MARE NOSTRUM QUESTO ERA ANTICAMENTE IL NOME CHE I ROMANI DIEDERO A UN MARE CHE DI FATTO BAGNA PER MOLTI KM LE COSTE DELLA NOSTRA PENISOLA , UN MARE CHE HA FATTO DA CULLA A MILLE POPOLI E NAVIGANTI DI OGNI DOVE , MISCHIANDO DA SEMPRE CULTURE E POPOLI ,ODORI E SAPORI DEI FRUTTI DELLE RISPETTIVE TERRE E TRADIZIONI , DI FRONTE ALLA BELLEZZA DELLE TANTE ISOLE DA DOVE POSSIAMO AMMIRARLO APPIENO NELLA SUA INTEREZZA SCRUTANDO IL SUO ORIZZONTE .....CI SENTIAMO AVVOLTI NEL SUO MISTERO CHE CI AFFASCINA E SORPRENDE !

Il mar Mediterraneo è un mare intercontinentale situato tra Europa, Africa e Asia. La sua superficie approssimativa è di 2,51 milioni di km² ed ha uno sviluppo massimo lungo i paralleli di circa 3700 km.

Il Mediterraneo è collegato ad ovest all'oceano Atlantico, attraverso lo stretto di Gibilterra. Ad est attraverso il mar di Marmara, tramite i Dardanelli e il Bosforo, è collegato al mar Nero. Il mar di Marmara è spesso considerato parte del Mediterraneo, mentre il mar Nero viene generalmente considerato un mare distinto. Il canale di Suez a sud-est collega il Mediterraneo al mar Rosso.

Le maree sono molto limitate anche a causa dello scarso collegamento con l'oceano, che limita la massa d'acqua complessiva investita dal fenomeno.

All'azione del mar Mediterraneo come serbatoio termico è in buona parte dovuto il clima mediterraneo, generalmente caratterizzato da inverni umidi ed estati calde e secche. Coltivazioni caratteristiche della regione sono: olivo, vite, agrumi, e quercia da sughero.

La regione del Mediterraneo è considerata culla di alcune tra le più antiche civilt





giovedì 28 maggio 2009

THE BIG PREDATOR

Questi splendidi e cosi complessi animali marini vivono in questo pianeta da piu di 400mila anni, e sono.. essendo all'apice della catena alimentare cosi preziosi per l'intero ecosistema,lo stesso ecosistema terrestre sarebbe in serio pericolo se questa specie devesse estinguersi .Il Cinema spesso e una certa letteratura hanno creato in molti la paura irrazionale di questi fantastici predatori marini, le centinaia di specie esistenti fanno si che essi contrariamente a quanto si pensi,vivano in ogni tipo di ambiente e a qualunque temperatura . Gli incontri fatti durante le mie centinaia di immersioni alle Maldive,in Mar Rosso,nel mar dei Caraibi e nel Sud Est Asiatico con queste impetuose ma spesso timide creature mi hanno fatto conoscere e capire e amare il mare ancor piu nella sua interezza e vivere in profondita il suo lato piu selvaggio , i loro sinuosi movimenti il passo sicuro.. l' incedere costante ..la splendida forma disegnata dalla natura .. di una perfetta idrodimamicita' li rende ai nostri curiosi occhi, cosi unici ,regalandoci le piu grandi emozioni !

Selachimorpha è un superordine di pesci cartilaginei predatori, dalle forti mascelle e di dimensioni medio-grandi, comunemente noti con il nome di squalo o pescecane.
Il raggruppamento comprende più di 500 specie[1]. La respirazione avviene attraverso l'utilizzo di un numero variabile tra cinque e sette di fessure branchiali. Caratteristica peculiare del corpo degli squali è che esso è ricoperto da dentelli dermici che proteggono la pelle dai danneggiamenti dovuti ai parassiti e migliorano l'idrodinamica.
Questi pesci sono dotati di varie serie di denti di riserva, che intervengono in sostituzione di quelli persi o danneggiati[2]. Le dimensioni degli squali spaziano da quelle del minuscolo squalo lanterna nano (Etmopterus perryi), una specie che vive in profondità e che misura soltanto 17 cm in lunghezza nel maschio, e 20 nella femmina[3], a quelle dello squalo balena (Rhincodon typus), il pesce più grande in assoluto[4].

Tutti gli squali sono carnivori e la maggior parte di loro si nutre di pesci ed altri animali marini, a differenza degli esemplari più grandi, come il succitato squalo balena, che si nutrono principalmente di plancton.
In genere si immagina che gli squali vivano soltanto in acque salate, ma lo squalo dello Zambesi (Carcharhinus leucas) è solo il più conosciuto di una serie piuttosto numerosa di specie che nuotano sia in acqua salata che in acqua dolce, come quella dei delta fluviali[5].

In conseguenza di attacchi anche non provocati ai danni di esseri umani, operati da alcune specie in particolare, gli squali hanno guadagnato la fama, solo in parte giustificata, di essere pericolosi. Anche per questo motivo, oltre che per il fatto che la loro carne è considerata pregiata in molti stati asiatici, diverse specie di squalo sono sottoposte a pesca intensiva che li pone in pericolo di estinzione.


martedì 26 maggio 2009

" I GIGANTI DEL MARE "

Nella splendida Baia di Samana' nell' isola Caraibica di S. Domingo , tra Febbraio e Marzo e' possibile ammirare questi maestosi esemplari che vengono a ripararsi in questo angolo protetto e ricco di alimento dove partoriranno per poi mettersi in viaggio e ritornare verso le fredde acque del nord ....

Il nome Megaptera deriva dal greco μέγα πτερόν (méga pterón, grande ala), in riferimento alle grandi pinne pettorali, che possono raggiungere una lunghezza pari a circa un terzo di quella del corpo e che sono le più lunghe di tutti i cetacei.[2]

Possono raggiungere dimensioni che vanno dai 12 ai 16 m, sebbene esemplari più lunghi di 15 m siano piuttosto rari e possono pesare fino a 30 000 kg.[2]

Sono capaci di compiere delle acrobazie, come il breaching, il lobtailing e il flipperslapping.

I maschi producono un complesso canto che può durare da 10 a 20 minuti e che viene ripetuto per diverse ore. Quale sia lo scopo di tale canto non è ancora molto chiaro, sebbene si suppone che possa svolgere un ruolo nell'accoppiamento.[3]

Vivono in quasi tutti i mari e gli oceani del mondo e compiono delle lunghe migrazioni per spostarsi dalla zona in cui si cibano, nelle regioni polari, a quelle in cui si accoppiano e partoriscono, nelle acque subtropicali o tropicali. Si cibano principalmente di krill e piccoli pesci, che cacciano con tecniche particolari come il bubble feeding.

Come altri grandi cetacei, le megattere sono state oggetto di caccia da parte dell'industria baleniera. Si ritiene che a causa delle eccessive uccisioni compiute prima del 1966, l'attuale popolazione delle megattere sia stata ridotta di circa il 90%.[4] Oltre alla caccia, minacce per la sopravvivenza di questa specie derivano dalle collisioni con le navi, dall'inquinamento del mare e da quello acustico.


lunedì 25 maggio 2009

DELFINO STENELLA


Mar Rosso: Queste stenelle sono state fotografate a WADI GIMAL NATIONAL MARINE PARK (Egitto) .
Il momento migliore per l'incontro ravvicinato con questi delfini stanziali è verso le 10 del mattino, quando il branco rientra nella laguna del reef, dopo una notte di caccia passata in mare aperto. A quest'ora la luce è ottimale e illumina la sabbia bianca del fondale, in molti punti non più profondo di 5 o 6 metri. I delfini nuotano pigramente in gruppo, mentre alcuni individui giocano fra di loro o si corteggiano. Bisogna entrare in acqua senza bombole, per non disturbarli con il rumore delle bolle, e muoversi con cautela. E' meglio non nuotare subito verso i delfini, ma restare fermi per un po', aspettando che si abituino alla nostra presenza. Dopo pochi minuti, saranno loro ad avvicinarsi curiosi. E' un momento molto emozionante, difficile da descrivere. Trovarsi faccia a faccia con un delfino che ti guarda e sembra sorridere a meno di un metro, è il sogno di molti.
A volte può capitare che di colpo il branco si allontani. In questi casi è inutile cercare di inseguirlo. Meglio aspettare pazienti che ritorni, oppure uscire dall'acqua, aspettare qualche minuto, e farsi portare poco distanti dal punto in cui il branco si è spostato.
Una raccomandazione: questi delfini non amano essere toccati o accarezzati. La loro reazione è imprevedibile. Meglio non allungare le braccia verso di loro. Inoltre hanno zone molto sensibili con organi delicati. Bisogna conoscere bene in quali punti possono essere accarezzati, senza crear loro dei problemi.