Selachimorpha è un superordine di pesci cartilaginei predatori, dalle forti mascelle e di dimensioni medio-grandi, comunemente noti con il nome di squalo o pescecane.
Il raggruppamento comprende più di 500 specie[1]. La respirazione avviene attraverso l'utilizzo di un numero variabile tra cinque e sette di fessure branchiali. Caratteristica peculiare del corpo degli squali è che esso è ricoperto da dentelli dermici che proteggono la pelle dai danneggiamenti dovuti ai parassiti e migliorano l'idrodinamica.
Questi pesci sono dotati di varie serie di denti di riserva, che intervengono in sostituzione di quelli persi o danneggiati[2]. Le dimensioni degli squali spaziano da quelle del minuscolo squalo lanterna nano (Etmopterus perryi), una specie che vive in profondità e che misura soltanto 17 cm in lunghezza nel maschio, e 20 nella femmina[3], a quelle dello squalo balena (Rhincodon typus), il pesce più grande in assoluto[4].
Tutti gli squali sono carnivori e la maggior parte di loro si nutre di pesci ed altri animali marini, a differenza degli esemplari più grandi, come il succitato squalo balena, che si nutrono principalmente di plancton.
In genere si immagina che gli squali vivano soltanto in acque salate, ma lo squalo dello Zambesi (Carcharhinus leucas) è solo il più conosciuto di una serie piuttosto numerosa di specie che nuotano sia in acqua salata che in acqua dolce, come quella dei delta fluviali[5].
In conseguenza di attacchi anche non provocati ai danni di esseri umani, operati da alcune specie in particolare, gli squali hanno guadagnato la fama, solo in parte giustificata, di essere pericolosi. Anche per questo motivo, oltre che per il fatto che la loro carne è considerata pregiata in molti stati asiatici, diverse specie di squalo sono sottoposte a pesca intensiva che li pone in pericolo di estinzione.
ciao maurizio, sto seguendo il tuo blog, è molto interessante e sto scoprendo un "mare di cose". un saluto Orietta Foresi
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